Nonostante gran parte dell’opinione comune reputi il lavoro dell’insegnante tra le occupazioni meno impegnative, meno dinamiche e meno stressanti, in realtà negli ultimi anni alunni sempre meno disciplinati e genitori sempre più esigenti/invadenti creano difficoltà al personale docente. A sostenere tale tesi, del resto, è un recente rapporto dell’OCSE che ha indagato sul livello di stress tra i docenti: di seguito facciamo il punto della questione.

Le cause dello stress dei docenti

Un paio di mesi fa, Vittorio Lodolo D’Oria, il più autorevole esperto a livello nazionale di stress tra i docenti, ha evidenziato un dato molto allarmante: negli ultimi dieci anni, tra gli insegnanti italiani si sono registrati oltre 100 suicidi. “Con molti Paesi che lottano per aumentare l’attrattiva della professione docente è importante comprendere meglio le fonti dello stress degli insegnanti” ha dichiarato l’OCSE. “Il mantenere la disciplina in classe” è la causa di stress maggiore per il 43% dei docenti, percentuale che aumenta nelle scuole vantaggiate delle zone a rischio.

Il 39% dei docenti italiani prova stress fisico e mentale a causa del rapporto non buono con i genitori, che spesso mostrano aggressività nei confronti degli insegnanti. Una buona parte di essi lamenta l’eccessivo carico di lavoro burocratico a cui si è sottoposti e, infine, quattro docenti italiani su dieci incontrano difficoltà ad adattare le loro lezioni per gli alunni con disabilità e BES.

Perché non creare delle finestre per il pensionamento anticipato?

L’elenco ufficiale delle malattie professionali pubblicato lo scorso 13 gennaio in Gazzetta Ufficiale ha escluso la diagnosi psichiatrica come malattia professionale, nonostante uno studio del 5 ottobre 2022, in collaborazione con il Conbs, riveli che il 60% delle inidoneità all’insegnamento è dovuto a patologie psichiatriche, con un’incidenza predominante di disturbi ansioso-depressivi. “Se si riconoscesse il burnout non significherebbe che i docenti italiano sono pazzi,- ha precisato Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF – semmai che sono sottoposti a una professione certamente tra le più usuranti di altre all’interno del pubblico impiego”. “Questo avrebbe certamente effetto, ad esempio, per la creazione di specifiche ‘finestre’ per il pensionamento anticipato, come invece avviene per i dipendenti delle armate o dell’ordine e come chiesto più volte dall’Anief”. “Ma a chi giova avere educatori stressati, anziani purché in servizio? Noi aspettiamo ancora la risposta”, ha concluso Pacifico.