Anche l’ANDU, l’Associazione Nazionale Docenti Universitari, lo scorso 23 gennaio è stata audita sulla questione del numero chiuso a Medicina dalla Commissione Istruzione del Senato.
Come superare il numero chiuso a Medicina: la proposta ANDU
In particolare, l’ANDU ha avanzato lo stesso piano proposto nel marzo 2020 in cui si ribadisce:
- l’abolizione immediata del numero chiuso per le scuole di specializzazione, consentendo a tutti i laureati di Medicina di accedervi;
- per il 2020 almeno 20.000 accessi a Medicina, tenendo conto che lo strumento di selezione dei test è da considerarsi “una vera e propria lotteria”;
- la programmazione dell’abolizione del numero chiuso entro 4-5 anni, periodo in cui ogni anno si dovrebbe aumentare il numero di accessi e si dovrebbero adeguare i corsi di laurea per accogliere gli studenti, stanziando le necessarie risorse umane e materiali e cominciando a rivedere i percorsi didattici.
Il 25 gennaio 2024 si è poi svolto l’incontro dell’ANDU con il MUR sul numero chiuso. In questa sede sono stati illustrati nuovamente i contenuti già espressi nell’audizione al Senato. In risposta il Ministero ha fatto sapere che la questione del numero chiuso verrà approfondita nel corso dei prossimi mesi e che finora ciò che è certo è che lo stesso numero chiuso non è in discussione né dal Ministro, né dalla CRUI (la Conferenza dei Rettori delle Università italiane) e tendenzialmente neanche dal Parlamento.
Il commento sul numero chiuso simil-francese
L’ANDU si è inoltre espressa negativamente sull’accesso a Medicina sulla falsa riga del modello francese. “Si vorrebbe spostare di 6 mesi la decimazione, attraverso il test, di coloro che vorrebbero frequentare Medicina, dopo avere operato una prima scrematura (superamento dei tre esami entro dicembre) che peserà in termini di impegno e di costi economici più di quanto oggi accada per prepararsi agli attuali test per accedere a Medicina“. In questo modo, sempre secondo l’ANDU, si andrebbe incontro ad un vero e proprio “massacro generazionale” che non farebbe altro che aggravare il problema della carenza di medici all’interno del Sistema Sanitario.