Nell’ultima informativa resa nota dal MIM ai sindacati lo scorso 6 febbraio 2024 è emersa una novità sul fronte delle supplenze per l’a.s 2024/25: le Mad saranno soppiantate a favore dell’interpello. Questo strumento già esiste nel mondo scolastico ma ora diventerà per i supplenti l’unico mezzo attraverso cui candidarsi alle scuole che manifesteranno il bisogno di personale tramite apposito avviso sul proprio sito e su quello dell’Usp. L’opinione dei precari al riguardo è divisa, e una fetta di questi insegnanti teme che le opportunità lavorative siano ridotte a partire dal prossimo anno scolastico.

Come funzionerà l’interpello?

L’interpello è una sorta di SOS, una proposta di supplenza che la scuola dirama alle altre scuole e agli Uffici Scolastici provinciali di tutta Italia affinché in tempi rapidi vengano presentate le domande per la supplenza offerta. Ovviamente le scuole ricorreranno all’interpello solo quando saranno esaurite le Gps e le graduatorie d’istituto. Non essendoci limitazioni ad una sola provincia i docenti precari potranno inviare la propria candidatura in province diverse rispetto a quella di iscrizione nelle Gps. Sparisce dunque il divieto per gli iscritti nelle graduatorie provinciali delle supplenze come invece era previsto per quanto riguarda le Mad. In definitiva comunque non sarà più quindi il docente che si propone in linea teorica alla scuola ma la scuola che propone la supplenza e poi vaglia le proposte ricevute.

Gli svantaggi per i docenti di posto comune

Così come impostato l’interpello sembrerebbe apportare vantaggi. Occorre però anche fare una precisazione: dalla prima informativa sembra infatti che l’apertura del Ministero alla possibilità di poter accettare supplenza in altra provincia tramite interpello sia possibile solo su posto di sostegno. Il sindacato Flc CGIL, nel report successivo all’informativa, ha precisato che “non è consentito partecipare alla procedura a coloro che sono già stati individuati quali destinatari di contratto a tempo determinato nonchè, per i soli posti comuni, a coloro che sono inseriti nelle graduatorie provinciali per le supplenze.” Se le cose resteranno così dunque anche l’interpello incontrerà questa grossa limitazione, che potrebbe penalizzare non solo gli stessi supplenti, ma anche le scuole, che si ritroverebbero a portare in classe docenti senza titolo.