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Libro, stetoscopio

La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, durante un question time alla Camera, ha reso noti gli ultimi sviluppi a proposito della riforma del numero chiuso a Medicina e della possibile eliminazione del test d’ingresso già a partire dal 2025. Cosa potrebbe cambiare quindi il prossimo anno? Come funzionerebbe l’ammissione a Medicina?

Test ingresso Medicina 2025: a che punto siamo con la riforma

Mentre procedono gli scorrimenti della graduatoria di Medicina 2024, continua anche il dibattito sul superamento del test d’ingresso già a partire dal prossimo anno. Al suo posto potrebbe essere introdotto un sistema ispirato al modello francese, con selezione durante il secondo semestre. Gli studenti, una volta iscritti, affronterebbero il primo semestre studiando discipline di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.

Successivamente, per accedere al secondo semestre, dovrebbero conseguire tutti i CFU previsti del primo, superare un test e collocarsi in una posizione utile nella graduatoria di merito nazionale. È chiaro quindi che al di là delle novità il numero chiuso a Medicina non verrebbe di fatto abolito.

Le parole della ministra Bernini

“Fin dall’inizio del mandato, il Governo ha avviato un lavoro di riforma per l’accesso programmato a Medicina. Ha dichiarato la ministra Bernini durante un question time alla Camera. “Abbiamo individuato il fabbisogno reale delle strutture sanitarie e al tempo stesso abbiamo dovuto tenere conto della capacità del sistema universitario di formare bravi professionisti, dando fondi per aumentare la disponibilità e i luoghi della formazione”. Ha aggiunto.

“Il traguardo è di assicurare che gli studenti siano valorizzati non sulla base di test da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti. Ci sarà un periodo di studi comune ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e in Medicina veterinaria, nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti. Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze e le competenze acquisite in un altro percorso formativo contiguo, senza sprecare tempo e risorse. Una selezione predittiva in grado di verificare oggi il possesso delle abilità che serviranno domani“. Ha spiegato la ministra più nel dettaglio.

“Non è possibile garantire a tutti un posto di lavoro, ma è nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la possibilità di ottenerlo. E, nel caso dei futuri medici, abbiamo il dovere di formarli al massimo delle nostre possibilità”. Ha infine concluso.