Lo scorso 28 maggio ha avuto luogo in contemporanea in tutta Italia la prima sessione del test d’ingresso di Medicina 2024 che, a quanto pare, sta già facendo dilagare la polemica in particolare per quanto riguarda il punteggio. Dopo la pubblicazione dei risultati anonimi è di fatto emerso che quest’anno gli aspiranti camici bianchi hanno ottenuto dei voti insolitamente alti.
Test Medicina 2024: scoppia la polemica sul punteggio
Stando ai primi dati forniti dal Cineca, il punteggio minimo per entrare a Medicina, aggiornato alla prova di maggio, potrebbe aggirarsi quest’anno sui 61 punti. Una soglia piuttosto alta se si considerano i risultati conseguiti negli anni passati. Di fatto, il test d’ingresso 2024 con le domande pescate dalla banca dati aperta e pubblica è risultato complessivamente più semplice per i candidati. A destare le maggiori perplessità sul metodo sarebbe stato inoltre l’elevato numero di studenti che è riuscito a conseguire 90, vale a dire il massimo del punteggio. Da qui sarebbe sorto il sospetto secondo cui la prova così strutturata possa aver premiato più la memoria che il merito.
L’analisi degli esperti
Nei giorni immediatamente successivi al test gli esperti di TestBusters hanno stimato che:
- l’1,2% del campione ha raggiunto il punteggio massimo di 90 punti;
- il 4% ha totalizzato più di 85 punti;
- il 13,5% ha invece ottenuto 80 punti.
“È evidente che le modalità 2024 abbiano dato dei risultati non adeguati alla selezione per Medicina“. Ha dichiarato Ludovico Callerio, CEO di TestBusters. “Centinaia di punteggi pieni, migliaia di punteggi altissimi e con l’accorpamento dei test di maggio e luglio la situazione peggiorerà, perché ognuno potrà scegliere il risultato migliore”. Da qui è possibile prevedere che per entrare a Medicina saranno necessari punteggi molto alti. “A parità di studio è probabile che entrerà chi si è ricordato una domanda e memoria in più”. Di conseguenza, il rischio è che il metodo di selezione usato quest’anno si riveli tutt’altro che meritocratico. “Siamo ben lontani dagli obiettivi di meritocrazia a cui ambiva il Ministero”. Ha ribadito Callerio. “Ci aspettiamo che i ricorsi non tarderanno ad arrivare”. Ha infine concluso.