La questione relativa ai quartini che hanno già fatto il test d’ingresso di Medicina 2023 continua a destare non poche preoccupazioni; a tal proposito la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha voluto tranquillizzare tutti, assicurando che tali studenti saranno certamente tutelati.
Test Medicina: la ministra Bernini sulla questione dei quartini
Nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive della Camera, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha voluto rassicurare tutti circa la posizione dei quartini, vale a dire gli studenti di quarta superiore che hanno già sostenuto i TOLC-MED 2023. Test che come ricordiamo è stato bocciato dalla sentenza del Tar del Lazio a causa di una serie di irregolarità emerse in sede d’esame. “Tuteleremo gli studenti del quarto anno delle superiori che hanno già fatto il TOLC per l’accesso a Medicina” ha dichiarato la ministra.
“Sull’acceso a Medicina abbiamo ereditato un sistema opaco e farraginoso, i TOLC“. Ha spiegato la Bernini più nel dettaglio. “In poche settimane, dopo una sentenza del Tar che ha bocciato il meccanismo, non solo abbiamo rivoluzionato i test, mettendo a disposizione delle studentesse e degli studenti una banca dati aperta e pubblica, ma abbiamo anche impostato una riforma che superi definitivamente il sistema dei quiz”. Ha poi continuato. “Chi governa ha l’obbligo della concretezza e non può permettersi la comodità della non scelta”.
Le tutele
“I quartini, gli studenti e le studentesse che hanno fatto il TOLC, saranno tutelati. Li tuteleremo”. Ha ribadito ancora una volta la ministra. “L’unica cosa che ci crea imbarazzo è che nel migliore dei mondi possibili dovremmo fermarci e aspettare la sentenza del Consiglio di Stato, ma non ce lo possiamo permettere. Quindi abbiamo creato un test ponte in attesa di fare un test definitivo”. E ancora sulla questione degli studenti di quarta superiore: “Riguardo i quartini o li tuteliamo noi o li tutela il Consiglio di Stato”. Di fatto, come ha assicurato la stessa Bernini, il Ministero starebbe studiando già da settimane la migliore forma di intervento nel quadro del ricorso pendente al Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar.