Il Decreto Ministeriale 231 del 15 novembre 2024, pubblicato dal Ministero dell’Istruzione, definisce i criteri di ripartizione e utilizzo dei fondi per il pagamento dei docenti tutor e orientatori delle scuole secondarie di secondo grado per l’anno scolastico 2024/2025. Questo provvedimento introduce importanti novità, tra riduzioni di budget e nuove modalità di assegnazione degli incarichi.
Riduzione dei fondi: solo metà rispetto al 2023
Le risorse disponibili per il compenso dei tutor e orientatori ammontano a 84 milioni di euro, quasi la metà rispetto all’anno precedente. Tuttavia, per colmare parzialmente il divario, è stato previsto un finanziamento aggiuntivo di 183,09 milioni di euro proveniente dai fondi POC “Per la Scuola” 2014-2020. Questi fondi sono destinati all’attivazione di percorsi e moduli formativi di orientamento, attraverso i quali i tutor saranno retribuiti in base alle ore e alle attività aggiuntive svolte. I compensi previsti:
- Tutor scolastico: tra 1.598,68 euro e 2.725,16 euro lordo stato.
- Orientatore: compenso fisso di 1.500 euro lordo stato.
I compensi saranno definiti in sede di contrattazione d’istituto, rispettando i limiti fissati dal decreto.
Requisiti per l’incarico e nuovi obblighi
L’assegnazione delle funzioni di tutor e orientatore segue i criteri stabiliti dal Collegio docenti, in base ai requisiti previsti dall’articolo 5 del decreto. Tra i principali criteri:
- Aver già svolto l’incarico di tutor l’anno precedente.
- Esperienze pregresse in attività affini al ruolo di tutor scolastico.
- Anzianità di servizio.
- Disponibilità a ricoprire il ruolo per almeno tre anni.
Tuttavia, il decreto impone un numero massimo di tutor per scuola, rendendo impossibile assegnare la funzione a tutte le classi, aggravando il carico organizzativo sulle scuole.
Contrasti con il CCNL e possibili azioni legali
Il provvedimento solleva critiche da parte del sindacato FLC CGIL, che lo definisce un intervento invasivo delle prerogative collegiali e delle regole del CCNL 2019-2021. Le principali contestazioni includono:
- Imposizione di vincoli rigidi sui compensi dei tutor e orientatori.
- Ignoranza della contrattazione integrativa nazionale prevista all’art. 46 del CCNL.
La FLC CGIL ha annunciato un ricorso per comportamento antisindacale contro il Ministro dell’Istruzione Valditara, ritenendo il decreto una violazione delle regole contrattuali. In assenza di progetti finanziati con fondi europei, le scuole riceveranno risorse dimezzate rispetto allo scorso anno, obbligandole a gestire autonomamente gli oneri di attivazione e gestione dei progetti. Questo crea ulteriori difficoltà organizzative e finanziarie per gli istituti.