Dopo il caso dell’università fantasma con corsi solo online e sede in Bosnia Erzegovina che ha rilasciato centinaia di false lauree in Medicina e Professioni Sanitarie non riconosciute in Italia, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha deciso di intensificare il lavoro di monitoraggio su nuove eventuali segnalazioni.
Università: il caso Bosnia Gate
Quello dell’università bosniaca che dal 2022 ha rilasciato lauree false in Medicina e Professioni Sanitarie a centinaia di studenti potrebbe non essere un caso isolato. Lo ha riferito la stessa ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini durante il question time alla Camera, rispondendo ai deputati di Italia Viva e Forza Italia. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, infatti, per l’anno accademico 2022-2023 sono stati circa 250 gli iscritti alla finta università, con una retta da pagare di 6.500 euro.
L’istituto nello specifico avrebbe conferito un centinaio di titoli di studio fasulli in Fisioterapia, Infermieristica e Osteopatia ad altrettanti studenti italiani. Purtroppo, però, questi titoli non potranno essere utilizzati per l’iscrizione ai relativi albi professionali perché l’istituzione estera non è mai stata accreditata in Italia dal Mur. Addirittura non sarebbe riconosciuta neppure in Bosnia.
Continua il monitoraggio delle false lauree
Secondo il Mur, il cosiddetto ‘Bosnia Gate’ non sarebbe un caso isolato. Al momento infatti il Ministero sarebbe al lavoro per segnalare dei possibili nuovi casi sospetti alle autorità competenti. A tal proposito, la ministra Bernini ha confermato che il Cimea, l’organo ministeriale che si occupa della convalida dei titoli accademici, starebbe attuando un monitoraggio continuo su “istituti patologici in odore di truffa che non sono mai state università”.
La ministra, inoltre, starebbe pensando a degli ulteriori provvedimenti come ad esempio la possibilità di segnalare gli istituti sospetti sul sito del Mur, in modo tale da mettere in guardia tutti gli studenti da potenziali truffe. “Non siamo giudici, non abbiamo poteri coercitivi o sanzionatori, ma abbiamo poteri di segnalazione e attraverso questi poteri di segnalazione e di verifica noi abbiamo ulteriormente diffidato sia l’Università, la sedicente Università di Gorazde, sia il dipartimento Jean Monnet, ancora l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ma soprattutto segnalato in via preliminare ai magistrati, alla magistratura, alle competenti procure della Repubblica, casi sospetti di università che non hanno diritto a definirsi tali”. Ha dichiarato la Bernini. E a proposito di possibili nuovi provvedimenti la ministra ha aggiunto: “L’unica cosa a cui stiamo pensando è la segnalazione sul nostro sito dei casi sospetti, purché ciò (e lo verificheremo) sia compatibile con la normativa comunitaria”.