Dopo che è stato bocciato alla Camera l’emendamento che chiedeva la proroga dell’anno accademico universitario 2022/2023, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è intervenuta sull’argomento, sollecitata dal capogruppo dell’Unione degli Universitari (UDU).

La richiesta della proroga dell’ anno accademico 2022/2023

A seguito delle sollecitazioni ricevute dall’Unione degli Universitari, la ministra Anna Maria Bernini è tornata ad occuparsi della questione relativa alla richiesta di posticipare i termini amministrativi dell’anno accademico universitario 2022/2023 al 15 giugno per far fronte agli effetti prodotti dal Covid-19. Si ricorda a tal proposito che già durante il periodo più difficile della pandemia il Parlamento ha adottato una norma per prorogare l’anno accademico in tutte le Università, al fine di favorire il percorso di studi di molti studenti. Nel corso del tempo però numerosi atenei, avendone la possibilità, hanno variato l’arco temporale ed hanno definito le tempistiche delle sessioni di laurea con propri regolamenti. Una decisione che è stata male accolta dagli universitari che ancora faticano a recuperare il tempo perso durante l’emergenza sanitaria.

Le parole della ministra Bernini

“L’emergenza Covid è, fortunatamente, alle nostre spalle ma sono perfettamente consapevole come alcune conseguenze stiano ancora producendo effetti negativi sul percorso di studi”. Ha dichiarato la ministra. Nonostante ciò, conclusosi il periodo di maggiore crisi, la Bernini ha ritenuto doveroso “riportare l’ambito della decisione sull’oggetto della richiesta nel contesto più opportuno. Cioè quello dell’autonomia universitaria”.

Ad ogni modo il Governo si è nuovamente impegnato a valutare l’opportunità di prorogare l’anno accademico. Il ministero ha dunque avviato le interlocuzioni con la Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. In più, la ministra ha manifestato la propria disponibilità ad un confronto durante una delle prossime sedute del Consiglio degli Studenti Universitari. In quanto si tratta di una questione che “merita attenzione”.