Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’Assemblea delle Nazioni Unite ha istituito tale evento per invitare governi e organizzazioni internazionali a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. A tal proposito, Officine-IED ha realizzato due cortometraggi, “Viola” e “2054“. Le due opere trattano in modo diverso l’argomento, in particolare focalizzandosi sulla forse meno plateale, ma sottilmente pericolosa, violenza economica di genere.

‘Viola’: quando le dinamiche di potere appaiono invisibili, ma tremendamente incidenti sulla vita delle donne

Viola”, diretto da Marco Masante, è un ritratto della difformità di visione tra le aspirazioni professionali maschili e quelle femminili. La protagonista, interpretata da Marina Massironi, è sposata da anni con Carlo (Gigio Alberti). Il rapporto, all’apparenza, è sereno, il tenore di vita è agiato e nell’occasione sono in procinto di conoscere la fidanzata del loro unico figlio, Ascanio (Francesco Buttironi), brillante giovane laureato e avviato. Elena (Laura Martinelli) è una donna con una carriera altrettanto valida, che sarà però sottovalutata.

Durante la cena, infatti, emergono sottilmente le dinamiche di potere che mettono in secondo piano le scelte delle donne. L’annuncio di Ascanio si rivelerà sorprendente, tanto per i genitori, quando per la fidanzata Elena, che si troverà a gestire un momento di imbarazzo fortissimo, trovando una complicità inaspettata proprio in Viola. Il finale restituisce una forte forma di autodeterminazione femminile, andando a scardinare uno schema ormai stereotipato e fuori dal tempo.

‘2054’: un futuro tra avatar e intelligenza artificiale

A proposito di tempo, il secondo cortometraggio, dal titolo emblematico “2054”, ci proietta nel futuro. Nella proposta di Alice Gnech ed Edoardo Maione, registi del lavoro, l’intelligenza artificiale è in grado di mantenere viva la presenza dei defunti. L’avatar Lina, interpretata da Angela Finocchiaro, nonostante un passato da femminista appare differente. Inizia infatti a criticare aspramente la figlia Michela (Eleonora Giovanardi), contestandole la sua carriera da calciatrice e sottolineando che sia il marito (Dario Leone) a dover occuparsi della casa e della famiglia. Ciò mette in crisi Michela, che presagisce qualcosa di anomalo. Tra frasi stereotipate e spiegazioni incomprensibili, si scatenerà il dubbio su chi stia cercando di manipolare i ricordi delle risorse digitali, riportando indietro di decenni i diritti acquisiti dalle donne.