Il 25 settembre scorso è diventata ufficialmente legge la riforma del voto in condotta e delle valutazioni alla scuola primaria. La riforma, fortemente voluta dal Ministro Valditara, è uno dei più importanti interventi in ambito scolastico del Governo attualmente in carica. Le critiche e i dibattiti sono nati intorno alla tematica del voto in condotta in seno soprattutto a insegnanti e pedagogisti che leggono questo provvedimento come una deriva autocratica e gerarchica della scuola, oltre che, a detta di alcuni, poco efficace. A prescindere dal dibattito che si è scatenato la riforma non può dirsi comunque ancora operativa, mancando ancora alcuni passaggi. Facciamo chiarezza.
Voto in condotta e valutazioni scuola primaria: un riepilogo delle novità
Il voto in condotta era stato abolito dall’allora Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, nel 2017. Ora con la riforma viene reintrodotto nella scuola secondaria e sarà espresso in decimi, facendo media col resto dei voti: il 5 in condotta determinerà la bocciatura, mentre col 6 lo studente sarà rimandato a settembre con ‘debito’. Alle superiori con il 6 lo studente sarà tenuto presentare un “elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale”, vale a dire una prova di educazione civica. In caso di insufficienza nella prova lo studente non sarà ammesso all’anno successivo o all’esame di Stato.
Altra novità riguarda le valutazioni alla scuola primaria. I giudizi descrittivi, che definiscono l’apprendimento con formule che indicano i livelli di raggiungimento di specifici obiettivi (‘avanzato’, ‘intermedio’, ‘base’, ‘in via di primaria acquisizione’), sono sostituiti con i giudizi sintetici, come ‘ottimo’, ‘distinto’, ‘buono’, ‘sufficiente’ e ‘insufficiente’, da utilizzare in tutte le materie e anche nella condotta di ciascun alunno.
Oggetto della riforma sono infine i provvedimenti ‘disciplinari’ nei confronti degli studenti violenti, resi più rigidi in un’ottica di maggiore responsabilizzazione. Gli studenti sospesi per comportamenti violenti dovranno svolgere attività di recupero e, in caso di sospensioni superiori ai 2 giorni, saranno coinvolti in attività di “cittadinanza solidale” presso enti convenzionati, come ospedali o case di riposo. Le aggressioni fisiche compiute a danno di docenti e personale scolastico saranno sanzionate con multe da 500 a 10.000 euro, a carico dei responsabili. Il risarcimento andrà alla scuola per riparare il danno d’immagine e sarà utilizzato per l’acquisto di materiale didattico.
Quando diventerà operativa la riforma?
Nonostante la riforma in oggetto sia a tutti gli effetti legge per poter essere applicata necessita di provvedimenti attuativi. Per quanto riguarda i giudizi sintetici alla scuola primaria, per poterli reintrodurre serve un’ordinanza ministeriale da parte di viale Trastevere. Si tratterebbe quindi di un passaggio celere. Per quanto riguarda invece le novità sul voto in condotta necessitano di una modifica al regolamento sulla valutazione, cioè al DPR n. 122/2009. In questo caso l’iter è più complesso e più lungo.
In entrambi i casi, affinchè la riforma possa diventare operativa già a partire dal corrente anno scolastico, i provvedimenti dovrebbero essere pubblicati entro i primi giorni del mese di gennaio 2025, in modo che le scuole possano adeguarsi in tempo utile per la valutazione intermedia di febbraio. Se ciò non avvenisse tutto slitterebbe all’a.s 2025/26.